Il sale dell'Himalaya proviene
dai residui del mare interno creato dal congiungimento della
placca tettonica comprendente l'attuale India, in deriva
continentale a partire dal Gondwana alla Laurasia fra i 100 e i
250 milioni di anni fa.
Sotto
questa spinta si è formato il sistema orografico
dell'Himalaya e col tempo il fondo marino è stato inglobato
da "onde" di roccia che hanno generato pressioni enormi,
come è successo a composti di carbonio quali la grafite,
che hanno formato cristalli: diamanti
e altre pietre preziose.
La struttura di reticoli ionici
supercompressi ha acquisito caratteristiche di estrema compattezza
(non si trovano singoli cristalli cubici nella massa) e di
compenetrazione dei componenti, tanto che gli elementi chimici
presenti hanno occupato ogni interstizio disponibile all'interno
della struttura e non hanno formato depositi superficiali
labili.
Così, nella soluzione
idrosalina viene sprigionato tutto il patrimonio di
informazioni energetiche
presenti nel mare primigenio incontaminato, nel "brodo
primordiale" in cui si è formata la vita. (Esperimenti
di S. Miller: nella soluzione salina sottoposta a cariche
elettriche, si formano in pochi giorni addensamenti di aminoacidi
e altri composti organici).
Nei punti soggetti a massima
pressione (in vene non abbondanti) si è formata la"halite",
massa cristallina traslucida, con notevoli proprietà di
emanazioni energetiche, utile anche per solo contatto o vicinanza
(come avviene nella cristalloterapia).
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